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domenica 9 ottobre 2011

Ebano

Ho tradito mia moglie.
L’ho tradita una notte cui era fuori città per lavoro.
Con la cameriera che lavora in casa di mio padre. Quasi non l’avevo riconosciuta. Le ho dato un passaggio e mi sono accorto casualmente che aveva in mano una busta rigida proveniente da un sexy shop. Quando ho notato il mio sguardo incuriosito, mi ha sorriso, ma non ha detto nulla. Era una donna singolare, Aisha. Parlava molto poco e in un italiano impeccabile. Non si sapeva quasi niente del suo passato. Era efficiente, sempre sorridente, con una folta criniera di ricci neri su un corpo minuto ma curvilineo.
Siamo arrivati nei pressi del suo palazzo e mi ha chiesto se volevo salire a prendere un caffè. Ho accettato.
Mentre ci dirigevamo verso il portone del suo palazzo, le è caduta la busta ed è rotolato via un oggetto. L’ho preso. Erano due palline a forma di fragola legate da un filo. Mi resi conto che qualcosa dentro si muoveva.
“Sono palline cinesi, stimolano il piacere”.
Continuò a spiegarmi, sorridendo a mezza bocca  che “dentro c’è una pallina che gira e la vibrazione che produce stimola il piacere nella donna”.
“Però!” Continuai a tenerle la busta. Mi sentivo euforico e imbarazzato al tempo stesso.
Prima di entrare mi chiese se volevo una sigaretta. All’inizio rifiutai. Rimasi lì impalato a guardarmi in giro. Si sentiva qualcuno parlare, lontano. Stava imbrunendo: l’unica fonte di luce vivace rimasta era la sigaretta che lei stava fumando. Le sfilai la sigaretta dalle labbra quando fu alle ultime boccate e iniziai a fumarla lentamente. Lei mi piantò i suoi occhi neri addosso, la sospinsi contro un muro, rudemente, gettai la sigaretta, le sollevai la gonna di pelle, le strappai le calze all’altezza del sedere. Con un certo disappunto che non saprei spiegare, notai che indossava delle normalissime mutandine bianche che ben contrastavano con la sua meravigliosa pelle d’ebano. Le infilai una mano davanti, il contatto con il pube liscio mi piacque. Spinsi con la mano fino a raggiungere la sua parte più intima e notai con piacere che non era del tutto asciutta. Gli piacevo! Allora la lasciai andare, le tesi le palline e le ordinai di infilarsele.
Aisha mi guardò con aria di sfida e si rifiutò.
-Infilatele o lo farò io.
-E allora fallo tu!- Mi disse ridendo.
Aprì il portone ed entrò :- Che fai, non vuoi più il caffè?
Seguii i suoi tacchi rumorosi fino all’ascensore.
Non sapevo cosa fare e non volevo che finisse tutto in quel mio barbaro approccio che non era da me. Stavo perdendo la testa? Quella donna mi inebriava. Era meravigliosa. Bloccai l’ascensore, la sollevai e la baciai con forza. Lei non oppose resistenza…anzi, allacciò la mia vita con le sue gambe.
Così accadde: si strappò i collant da davanti, piantò un piede a terra e uno contro il muro. Mi disse: -Infilamele se hai coraggio.
Afferrai dolcemente il lobo dell’orecchio fra i denti, gradualmente le infilai la prima pallina e poi la seconda. Ansimavo dal piacere e sentivo che il mio membro stava per scoppiare. La desideravo da tempo ma non avrei mai immaginato di lasciarmi ad un piacere così forte. Chiuse le gambe con un gemito e dopo aver assaporato il suo pube depilato, feci ripartire l’ascensore.
Entrammo in casa sua. Lei era davanti a me, camminava lentamente, ancheggiando. La seguii in cucina, dove cercava di armeggiare con una macchinetta del caffè ma le tremavano le mani. Sospirò profondamente, inarcando la schiena e gettando la testa indietro.
Mi avvicinai e improvvisai un massaggio sulle sue spalle. Aisha si voltò, ci baciammo. Feci spazio sul tavolino e ve la stesi sopra, supina. Le sollevai le gambe unite con una mano, la sua vagina era gonfia e lucida.
Lei ha afferrato il mio membro e lo ha guidato nel suo bel culetto sodo. Il mio piacere è aumentato. Abbiamo fatto sesso con grande trasporto. Era dolce  e selvaggia nei suoi mugolii, nel modo in cui tenevamo le mani allacciate, nel modo in cui si è lasciata prendere. E’ finito tutto troppo presto, o almeno così mi è parso. Quando la passione si è affievolita, siamo rimasti immobili qualche istante. Poi ho baciato le sue grandi labbra morbide, e le ho chiesto se le sarebbe piaciuto venire a cena con me. C’era qualcosa di meraviglioso in lei, di tenero, di selvaggio e di passionale che mi aveva fatto perdere la testa sin dal primo giorno che l’aveva incrociata. Non saprei dirvi perché proprio oggi è successo…forse perché mia moglie non c’è, o forse…forse doveva accadere, forse lei…mi aspettava.

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