Ho tradito mia moglie.
L’ho tradita una notte cui era fuori città per lavoro.
Con
la cameriera che lavora in casa di mio padre. Quasi non l’avevo
riconosciuta. Le ho dato un passaggio e mi sono accorto casualmente che
aveva in mano una busta rigida proveniente da un sexy shop. Quando ho
notato il mio sguardo incuriosito, mi ha sorriso, ma non ha detto nulla.
Era una donna singolare, Aisha. Parlava molto poco e in un italiano
impeccabile. Non si sapeva quasi niente del suo passato. Era efficiente,
sempre sorridente, con una folta criniera di ricci neri su un corpo
minuto ma curvilineo.
Siamo arrivati nei pressi del suo palazzo e mi ha chiesto se volevo salire a prendere un caffè. Ho accettato.
Mentre
ci dirigevamo verso il portone del suo palazzo, le è caduta la busta ed
è rotolato via un oggetto. L’ho preso. Erano due palline a forma di
fragola legate da un filo. Mi resi conto che qualcosa dentro si muoveva.
“Sono palline cinesi, stimolano il piacere”.
Continuò
a spiegarmi, sorridendo a mezza bocca che “dentro c’è una pallina che
gira e la vibrazione che produce stimola il piacere nella donna”.
“Però!” Continuai a tenerle la busta. Mi sentivo euforico e imbarazzato al tempo stesso.
Prima
di entrare mi chiese se volevo una sigaretta. All’inizio rifiutai.
Rimasi lì impalato a guardarmi in giro. Si sentiva qualcuno parlare,
lontano. Stava imbrunendo: l’unica fonte di luce vivace rimasta era la
sigaretta che lei stava fumando. Le sfilai la sigaretta dalle labbra
quando fu alle ultime boccate e iniziai a fumarla lentamente. Lei mi
piantò i suoi occhi neri addosso, la sospinsi contro un muro, rudemente,
gettai la sigaretta, le sollevai la gonna di pelle, le strappai le
calze all’altezza del sedere. Con un certo disappunto che non saprei
spiegare, notai che indossava delle normalissime mutandine bianche che
ben contrastavano con la sua meravigliosa pelle d’ebano. Le infilai una
mano davanti, il contatto con il pube liscio mi piacque. Spinsi con la
mano fino a raggiungere la sua parte più intima e notai con piacere che
non era del tutto asciutta. Gli piacevo! Allora la lasciai andare, le
tesi le palline e le ordinai di infilarsele.
Aisha mi guardò con aria di sfida e si rifiutò.
-Infilatele o lo farò io.
-E allora fallo tu!- Mi disse ridendo.
Aprì il portone ed entrò :- Che fai, non vuoi più il caffè?
Seguii i suoi tacchi rumorosi fino all’ascensore.
Non
sapevo cosa fare e non volevo che finisse tutto in quel mio barbaro
approccio che non era da me. Stavo perdendo la testa? Quella donna mi
inebriava. Era meravigliosa. Bloccai l’ascensore, la sollevai e la
baciai con forza. Lei non oppose resistenza…anzi, allacciò la mia vita
con le sue gambe.
Così
accadde: si strappò i collant da davanti, piantò un piede a terra e uno
contro il muro. Mi disse: -Infilamele se hai coraggio.
Afferrai
dolcemente il lobo dell’orecchio fra i denti, gradualmente le infilai
la prima pallina e poi la seconda. Ansimavo dal piacere e sentivo che il
mio membro stava per scoppiare. La desideravo da tempo ma non avrei mai
immaginato di lasciarmi ad un piacere così forte. Chiuse le gambe con
un gemito e dopo aver assaporato il suo pube depilato, feci ripartire
l’ascensore.
Entrammo
in casa sua. Lei era davanti a me, camminava lentamente, ancheggiando.
La seguii in cucina, dove cercava di armeggiare con una macchinetta del
caffè ma le tremavano le mani. Sospirò profondamente, inarcando la
schiena e gettando la testa indietro.
Mi
avvicinai e improvvisai un massaggio sulle sue spalle. Aisha si voltò,
ci baciammo. Feci spazio sul tavolino e ve la stesi sopra, supina. Le
sollevai le gambe unite con una mano, la sua vagina era gonfia e lucida.
Lei
ha afferrato il mio membro e lo ha guidato nel suo bel culetto sodo. Il
mio piacere è aumentato. Abbiamo fatto sesso con grande trasporto. Era
dolce e selvaggia nei suoi mugolii, nel modo in cui tenevamo le mani
allacciate, nel modo in cui si è lasciata prendere. E’ finito tutto
troppo presto, o almeno così mi è parso. Quando la passione si è
affievolita, siamo rimasti immobili qualche istante. Poi ho baciato le
sue grandi labbra morbide, e le ho chiesto se le sarebbe piaciuto venire
a cena con me. C’era qualcosa di meraviglioso in lei, di tenero, di
selvaggio e di passionale che mi aveva fatto perdere la testa sin dal
primo giorno che l’aveva incrociata. Non saprei dirvi perché proprio
oggi è successo…forse perché mia moglie non c’è, o forse…forse doveva
accadere, forse lei…mi aspettava.
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