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venerdì 30 settembre 2011

La notte

Era notte fonda e tirava molto vento, probabilmente stava per piovere. Ci fermammo in un grosso spiazzo con un albero di ulivo enorme, al centro.
Alan aveva bisogno di fare pipì, così si mise all’ombra dell’albero. Lo seguii e finsi di spiarlo, scherzosamente. Tornavamo da una serata fra amici e ci eravamo divertiti, eravamo un po’ brilli. Ricordo che ad un certo punto mi sono poggiata sull’albero, gli è caduto il pacco di sigarette proprio ai miei piedi, si è chinato a raccoglierlo e quando ha alzato lo sguardo si è ritrovato di fronte una donna scalza sull’erba, in reggicalze, con una leggera peluria scura sulla vagina e il vestito sollevato. 
Ha contemplato le mie gambe per qualche istante. Poi mi ha accarezzato i peli, so che gli piaceva che fossi naturale. Ha strofinato le bocca contro il mio sesso, ha infilato un dito nella sua fessura e poi ha allargato lentamente le labbra della vagina con due dita, mentre con un terzo sfiorava il mio clitoride. Ero già bagnata. Mi ha sfilato una calza, mi ha baciato il polpaccio ed è salito con la lingua dietro il ginocchio e poi sulla mia coscia, ha leccato il pube.
Il mio clitoride pulsava. Ho sollevato la gamba e l’ho poggiata mollemente sulla sua spalla. Stavolta, con entrambi le mani, mi ha allargato la vagina e ci ha infilato dentro la lingua. Ero completamente dilatata e lui affondava la sua lingua dentro di me, come se stesse cercando qualcosa con una pala. La sua lingua si muoveva e si muoveva dentro di me, girava come una trottola, rapidamente, e io morivo dal piacere. Sentivo i suoi gemiti soffocati mentre il mio bacino si muoveva lentamente, guidando il ritmo. 
Ho stretto la sua coda di cavallo e gli ho spinto la testa contro il mio corpo, costringendolo ad andare a fondo, i miei umori gli inondavano il viso.
Si è staccato, mi ha guardato: i nostri occhi erano socchiusi, sapevo che anche lui era eccitato. Mi ha infilato tre dita dentro ma anziché andare su e giù, imitando il pene, ha iniziato a muoverle avanti e indietro, sbattendo contro le pareti del mio utero e succhiando il mio clitoride.  
L’orgasmo è qualcosa di folle. Ti riempie il bacino di calore, e fa quasi male, una sensazione strana che per qualche istante non ti fa più ragionare. Gli occhi si chiudono e il corpo sembra una molla in tensione. Poi tutto scoppia, gli umori, un urlo liberatorio, stringi forte e convulsamente l’uomo che hai ai tuoi piedi ed è lì, eccitato, con la bocca piena di te…finché tutto finisce, la tensione di abbandona, risali  in macchina e parti per un’altra destinazione.

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