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martedì 17 gennaio 2012

Al lago

Comincia per gioco. Una scommessa per vedere chi aveva più coraggio di buttarsi nel laghetto ancora freddo, alle porte della primavera. 
Lui e lei. Leo ed Eva.
Compagni di scuola, ultimo anno di liceo. Storie diametralmente opposte. Fisici, sentimenti, visioni e aspirazioni completamente dissonanti, ma la stessa identica curiosità verso l'altro. 
Un'intesa maturata con il tempo, fino a quella bravata in cui si sono scoperti nudi, l'uno di fronte all'altro un attimo prima di buttarsi, ed è cambiato tutto.
E' nata un'attrazione intensa ma delicata.
Eva è un fiore sbocciato, con i seni che protendono verso l'altro seguendo i capezzoli tenui incassati nell'areola rosa; il caschetto biondo incornicia un viso quasi da bambina e risalta, confrontato con la peluria rossiccia che nasconde il suo segreto più dolce e profondo. Il suo corpo si staglia lungo e acerbo, ma comunque sensuale, contro il profilo del lago deserto.
Dopo la nuotata fa freddo, si asciugano e poi si stringono sotto un plaid caldo.
Lei poggia la sua testa umida fra il collo e la spalla di Leo che si ritrova con gli occhi chiusi a sognare di poterla accarezzare. Parlano un po', ridacchiano. Il sole si appresta a concludere un'altra giornata di lavoro intenso. Sono completamente asciutti, si lanciano le cose, si rotolano e si ritrovano stesi a terra, l'una sull'altro ed ecco, il primo bacio. 
Leonardo somiglia sempre più ad un uomo, con quel suo taglio di capelli così preciso e il corpo snello che ha perso ogni morbidezza e i gesti privi di quella goffaggine tipici dell'infanzia.
E quando arriva quel bacio... ci si abbandonano, completamente.
Leo la guarda... è così bella, ancora nuda sul plaid, con il rumore del lago e le spighe verdi. Ne prende una, le solletica il viso, il ventre. Cerca di ricordare qualcosa dai giornaletti porno che ha visto qualche volta ma non gli viene niente in mente. Si lascia guidare dai sensi. Il tatto... le mani tra i capelli, sul viso, un dito che disegna i contorni delle labbra carnose. I suoi occhi accompagnano ogni gesto, registrano ogni suo sorriso, gli occhi socchiusi, il corpo che trema, le vibrazioni che sembrano sempre più invitanti.
Le mani continuano il viaggio, seguiti dalla sua bocca e dall'olfatto. Che odore e che sapore hanno le sue mani, le braccia, l'incavo delle ascelle depilate, il suo collo...le sue belle gambe e i suoi piedi, sì, anche quelli. Le chiede di camminargli intorno perché all'improvviso, quella sua camminata per cui la prende sempre in giro le sembra meravigliosa.
Eva finisce per ubbidire, ha voglia di sentirsi euforica, con un ragazzo rapito dal suo corpo sbocciato. Corre lontano e si fa inseguire, lui la cattura, si buttano sull'erba, pungendosi qua e là. Lei gli tocca il membro quasi con timore.
In fondo è tutto un gioco.
Un gioco che ti allontana dalla prova del nove, come la spacciano tutti. Quel qualcosa che fa male e non si deve fare, ma che tutti vogliono fare, a volte forse devono. Quel dover diventare grandi prima o poi, quel chiedersi se farlo e basta o con qualcuno che si ama, se capiremo chi ci ama. Quel timore di non fare mai l'amore e invecchiare con le ragnatele, quel dover dimostrare agli amici di averlo fatto, di essere veri uomini.
Tutto questo non importa,vogliono giocare, scoprirsi come umani, come rappresentanti di un mondo sconosciuto.
E quando Eva si butta giù e divarica appena le gambe, Leo le scalda le cosce strofinandola con le mani, e scendendo con le labbra, attratto dalla peluria d'oro. E la assaggia.Apre le labbra, le osserva con dolcezza, e infila un dito, piano, per paura di farle male. La sensazione che prova è un misto di calore e qualcosa che non sa capire. Umido, sì, ma anche come se stesse per prendere una scossa elettrica. Le chiede "Ti fa male?" E lei, cercando istintivamente i suoi capelli, mormora: "No, è...è bello".
Continua la sua esplorazione, entrando dentro di lei con discrezione, fino a bagnarsi metà dito. Lo annusa. Lo lecca. Gli piace. Decide di provarci direttamente con la bocca e la lingua. Il suo primo sesso orale. E' bello. Non sa esattamente come si fa. Lei non dice niente anche se ha l'affanno.
"Vuoi farlo a me?" Le chiede dopo un po'. Lei gli sorride teneramente e annuisce.
"Come si fa?"
"Devi... devi abbassare la pelle e poi... baciarlo".
Il contatto con la pelle morbida che tanto piccoli baci induriscono, è una rivelazione.
E alla fine, arriva il momento.
Quando le entra dentro incontra una certa resistenza, lei ha dolore, devono fermarsi un po' e poi riprendere piano piano, prendere confidenza e sintonizzarsi, per quanto possibile. Leo regge il peso del corpo sulle braccia, vuole vedersi mentre la penetra e vedere il rossore sul viso della splendida ragazza, la sua ragazza.Finisce tutto troppo in fretta, ma la prima volta non sai che potrebbe durare molto di più, c'è posto per mille altri baci, sotto il plaid.
I più fortunati sono come Eva e Leo. Della prima volta ricorderanno la dolcezza, l'attesa, l'esitazione, l'incertezza, la pura ingenuità, il desiderio spasmodico e magari, una seconda volta più rilassata, ma ugualmente piena. Ricorderanno il primo orgasmo di lui, la pelle rossa per lo sforzo, mille pensieri veloci. Ricorderanno di essere stati tra le braccia di una persona amata e di aver dimenticato per un po' ogni rischio di essere beccati e sgridati, ogni lezione e ogni paternale. Ricorderanno di quanto facesse male ma di come sia stato bello stringersi l'uno all'altro, dopo, sotto un plaid immerso fra le spighe, davanti a un lago calmo, baciato dagli ultimi giorni di un mite inverno.

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